Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli
Napoli 1872
La storia istituzionale della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli può essere distinta in tre grandi fasi.
1° fase (1872-1923): dalla nascita della Stazione Zoologica all'erezione dell'Ente morale
Nel 1870 lo zoologo tedesco Anton Dohrn (1840-1909) - grande sostenitore delle teorie di Charles Darwin - propose al Comune di Napoli di fondare, a sue spese, una stazione zoologica dove studiosi da tutto il mondo si sarebbero potuti fermare per lavorare con attrezzature e servizi di altissimo livello. La ricchezza biologica del Golfo, il grande afflusso di naturalisti e la presenza di turisti, facevano infatti di Napoli il luogo ideale dove poter realizzare con successo l'ambizioso progetto. Il tratto di spiaggia richiesto dal Dohrn, lungo l'attuale Villa Comunale, sembrava rispondere appieno alle esigenze della stazione. Alle spese di costruzione avrebbe provveduto lo stesso Anton Dohrn, trovandosi in una condizione economica favorevole. Per provvedere ai costi della manutenzione pensò di unire alla stazione scientifica un Acquario aperto al pubblico, che avrebbe garantito introiti a favore della scienza, grazie al pagamento di una "tassa" d'ingresso per i visitatori.
Napoli accolse molto positivamente l'ambizioso progetto, ma l'iter amministrativo fu molto lungo e faticoso, sia per il proponente che per il Comune, che non aveva precedenti di accordi così complessi, per giunta con un cittadino straniero e in un'Italia da poco post-unitaria. Inoltre non erano facili le comunicazioni con il Prof. Dohrn, che non aveva una stabile presenza a Napoli, richiamato spesso in patria anche dai suoi impegni lavorativi.
Nel marzo del 1872, sulla base delle prime autorizzazioni ricevute, furono avviati i lavori del più antico edificio; il 1872 viene considerato l'anno di fondazione della Stazione Zoologica.
I rapporti tra il Comune di Napoli e Anton Dohrn furono regolati solo nel 1875, quando, il 20 dicembre, fu firmata una prima concessione per l'uso del suolo e della struttura, da tempo completata e ormai attiva. Insieme a quelle successivamente sottoscritte le concessioni per l'uso di tali beni pubblici stabilirono precise condizioni per l'utilizzo del suolo e della Stazione Zoologica che, sebbene costruita a spese del Dohrn, era di proprietà del Comune di Napoli. Le nuove concessioni consentirono anche l'ampliamento della struttura: nel 1885-1888 fu costruito un secondo edificio, con un ponte che lo collegava al primo, e nel 1905 Anton Dohrn fece sistemare il cortile e edificare la parte occidentale dell'Istituto.
Le concessioni avevano una durata di tempo limitata, che da trent'anni fu ampliata a novanta, e definirono anche le condizioni per il prosieguo delle attività dopo la morte del fondatore. Tutte prevedevano che alla scadenza dei termini il Municipio, già proprietario dell'Istituto, ne avrebbe preso pieno ed irreversibile possesso, anche nel caso in cui fosse stato ancora in vita uno dei figli del fondatore, a cui fu esteso l'usufrutto.
L'Istituto in breve tempo acquisì una grande fama a livello internazionale per i servizi offerti alla ricerca e per le meraviglie dell'Acquario pubblico, uno dei primi al mondo. Quando Anton Dohrn morì, la direzione dell'Istituto proseguì con il figlio Reinhard (1880-1962), che si trovò a gestire l'Istituto in uno dei più difficili periodi della sua storia: con lo scoppio della prima guerra mondiale, infatti, i Dohrn - come tanti cittadini tedeschi - dovettero lasciare il Paese, e la gestione dell'Istituto non fu cosa facile.
Alla fine del conflitto, il Governo italiano affrontò i numerosi contenziosi derivati dai sequestri dei beni dei nemici di guerra, cercando soluzioni che agevolassero la ripresa delle attività. Anche con i Dohrn si cercarono accordi per la restituzione dei beni privati sequestrati (come l'abitazione di Via Crispi e alcuni terreni di loro proprietà) e per consentire il prosieguo delle attività della Stazione Zoologica.
2° fase (1923-1982): Ente Morale
Il Regio Decreto del 21 ottobre 1923 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 novembre 1923, n. 277 p. 6923) poneva fine alla triste pagina della guerra, mettendo in chiaro alcuni punti sull'indipendenza dell'Istituto dalla famiglia Dohrn e dichiarando l'inammissibilità di eventuali istanze di qualunque tipo sulla Stazione Zoologica - eretta Ente Morale - anche da parte di loro discendenti. La presenza dei Dohrn alla direzione dell'Istituto in quell'atto non venne garantita da alcuna norma. Tuttavia, anche grazie al sostegno ricevuto da chi riconosceva ai Dohrn grandi meriti, dal 1924 al 1967 Reinhard e il figlio Peter Dohrn (1917-2007) riuscirono comunque a mantenerne la Direzione, ad eccezione di alcuni anni durante i quali i Dohrn si dovettero allontanare, a causa del secondo conflitto bellico.
Nel 1959 lo spazio che Anton Dohrn aveva obbligatoriamente lasciato vuoto tra due corpi di fabbrica, per agevolare il pubblico passeggio, fu riempito con una struttura di cinque piani costruita per ospitare l'ingente patrimonio librario della Biblioteca.
3° fase (dal 1982): Ente Pubblico
Con la legge 20 novembre 1982, n. 886 (Riordinamento della stazione zoologica "Antonio Dohrn" di Napoli, GU n.333 del 3-12-1982), l'Ente é stato dichiarato Istituto scientifico speciale dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, acquisendo nella denominazione il nome del suo fondatore, nella forma italianizzata "Antonio Dohrn" (sebbene nella prassi sin da allora sia stata più utilizzata la denominazione con il nome del fondatore in lingua originale, come poi é stato successivamente sancito negli atti successivi).
Ente nazionale di ricerca a carattere non strumentale, per effetto del Decreto del Presidente della Repubblica 5 agosto 1991, con il Decreto legislativo n. 213 del 31 dicembre 2009, art. 2, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli (SZN) è stata dotata di autonomia statutaria. Nello Statuto vigente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 90 del 19 aprile 2011, la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli riconosce le origini dell'Ente nella Stazione Zoologica fondata da Anton Dohrn nel 1872.
La Stazione Zoologica di Napoli ha rappresentato nella storia un punto di riferimento di altissimo livello per la comunità scientifica internazionale del settore, costituendo per molti un modello per il suo carattere unico e innovativo. L'Istituto fondato da Anton Dohrn é stato lo scenario di una buona parte della storia della moderna biologia, che nel prezioso patrimonio del MAB (Museo, Archivio, Biblioteca) ne conserva ancor oggi preziose testimonianze.
Le finalità dell'Istituto oggi sono definite nello Statuto in vigore, approvato nel 2011 (art. 2):
1. La missione della Stazione Zoologica è la ricerca sui processi fondamentali della biologia, con specifico riferimento agli organismi marini e alla loro biodiversità, in stretto legame con lo studio della loro evoluzione e della dinamica degli ecosistemi marini, attraverso un approccio integrato e interdisciplinare. Lo studio delle applicazioni biotecnologiche conseguenti è parte della missione dell'Ente.
2. La Stazione Zoologica svolge ricerche nel campo delle scienze del mare e biomediche attraverso collaborazioni con istituzioni di ricerca e con imprese ai fini dello sviluppo delle conoscenze e della loro applicazione alla tutela dell'ambiente e al miglioramento della qualità della vita
3. Queste finalità sono perseguite per sviluppare e promuovere il progresso economico, sociale e culturale del Paese.
Sulla base degli atti di concessione da parte del Comune di Napoli, si evince la natura pubblica della Stazione Zoologica sin dalle sue origini. Lo stesso Anton Dohrn dichiarava che il progetto da lui proposto al Comune di Napoli aveva finalità di pubblica utilità e di servizio per la scienza, e non mostrava interessi privati di lucro sulle attività della Stazione.
Il primo contratto di concessione fu formalizzato nel 1875, quando la Stazione Zoologica era già stata costruita ed era ormai operativa. Fu quindi anche una presa d'atto da parte del Comune, che volle chiaramente specificare di essere proprietario della Stazione Zoologica, coerentemente con quanto prevedeva l'art. 440 del Codice Civile del Regno d'Italia ("Chi ha la proprietà del suolo ha pur quella dello spazio sovrastante e di tutto ciò che si trova sopra e sotto la superficie"). Anton Dohrn si configurava quindi come usufruttuario di beni pubblici, con limiti di utilizzo che prevedevano esclusivamente finalità di pubblica utilità, per "...uso di osservatorio di Zoologia marina, con vasto ed elegante Acquario, da servire per pubblica mostra, con biblioteca, gabinetto anatomico di prodotti marini, laboratorio, e tutto ciò che potrà conferire all'incremento di questo ramo della scienza biologica." E fu "solo in grazia della utilità dello scopo" che il Comune non ordinò l'abbattimento dell'edificio, sebbene avesse superato i limiti di altezza previsti nel progetto precedentemente approvato.
Nessuna natura privata emerge nelle concessioni anche successivamente sottoscritte, finalizzate tutte ad attività di pubblico interesse; né l'usufrutto era ereditabile, come pure fu chiaramente specificato. Erano infine previste verifiche da parte del Comune che, alla scadenza dei termini indicati, avrebbe preso "pieno ed irreversibile possesso" della Stazione Zoologica. Anton Dohrn aveva in sostanza ricevuto in concessione d'uso beni di natura pubblica, esclusivamente per finalità di pubblica utilità, con precisi limiti e condizioni d'uso.
Tuttavia nella sentenza della causa tra Rinaldo Dohrn-Munipio di Napoli e il Demanio dello Stato (Corte di Appello di Napoli del 31 maggio-9 giugno 1922), l'Istituto fu descritto come una "istituzione privata", con carattere di "extraterritorialità internazionale", di "impersonalità", di "indipendenza completa dell'Istituto". E probabilmente proprio queste definizioni, insieme alla natura complessa dello strumento della concessione secondo il codice civile dell'epoca, potrebbero aver dato spazio alla descrizione della Stazione Zoologica come di un Istituto privato tedesco nei primi anni dalla sua fondazione.
Su questa dicotomia pubblico-privato - che ha prodotto nel passato anche interpretazioni improprie circa la proprietà di una parte del patrimonio archivistico dell'Ente - mise alla fine ordine il Decreto Reale del 1923, che volle sancire con determinazione la natura pubblica della SZN, sottolineando la mancanza di un vincolo di ereditarietà e l'assoluta indipendenza tra la Stazione Zoologica e la famiglia Dohrn.