INAF - Osservatorio astrofisico di Catania
Catania 1880 -
L'Università di Catania già dal 1779 prevedeva l'insegnamento di Astronomia, anche se per mancanza di docenti fu effettivo soltanto dal 1788 con Vincenzo Zuccarello; alla sua morte l'incarico venne affidato per un anno a Fortunato Paternò Tedeschi, lettore di metafisica, per i due anni successivi a Giuseppe Orlando, docente di Geometria elementare, ed infine a Francesco Gambino. Quest'ultimo, per la mancanza di un Osservatorio, fino al 1835 fu costretto ad insegnare Astronomia teorica. Tra il 1842 e il 1844 anche il valente matematico catanese Giuseppe Zurria tenne gratuitamente lezioni di astronomia teorica. Il periodo fino all'Unità d'Italia, poi, fu talmente ricco di vicende sanguinose che qualsivoglia tentativo di ottenere fondi per un Osservatorio, o anche soltanto per corsi di perfezionamento di studiosi di astronomia, non venne minimamente preso in considerazione dal governo borbonico. La legge Casati, in virtù del decreto prodittatoriale Mordini del 17 ottobre 1860, fece sperare che l'Università di Catania si potesse riprendere, ma ben presto ci si dovette arrendere alla triste evidenza che fosse stata relegata tra gli istituti di second'ordine. Il mondo universitario catanese, allora, reagendo con grande forza, costituì un Consorzio tra Provincia e Comune che dal 1877 contribuì con finanziamenti allo sviluppo e all'espansione dell'Università fino ad ottenerne, dal 1885, il reintegro tra quelle primarie. Con questa premessa è facile comprendere quanto sia stato travagliato l'iter che nel 1880 portò alla nascita dell'Osservatorio catanese. Nel 1876, durante le celebrazioni indette dall'Accademia Gioenia per il ritorno a Catania delle ceneri del musicista Vincenzo Bellini, Pietro Tacchini, astronomo aggiunto all'Osservatorio Astronomico di Palermo, propose all'assemblea la creazione di un Osservatorio da erigere sull'Etna per lo studio fisico degli astri. Pietro Tacchini aveva preso parte con Angelo Secchi alle osservazioni dell'eclisse solare del 22-12-1870 durante le quali si era certamente reso conto della nitidezza del cielo notturno siciliano e, probabilmente memore di ciò, trovò giusto suggerire al Governo l'opportunità di una stazione astronomica e meteorologica in cima all'Etna. Questa volta la proposta fu felicemente accolta, la direzione dei lavori venne affidata allo stesso Tacchini e per la costruzione dell'Osservatorio dedicato a Vincenzo Bellini fu stipulata una convenzione tra Comune, Provincia, Ministero della Pubblica Istruzione e Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio che divisero in parti uguali le spese da sostenere. L'Osservatorio completato nel 1880 venne costruito in prossimità del cratere centrale, sul versante Sud, incorporando la Casa degli Inglesi. Questa era una struttura preesistente derivata dall'ampliamento nel 1811 del rifugio Gratissima, costruito dai fratelli Mario e Carlo Gemmellaro nel 1804, alle spese del quale avevano partecipato i militari della flotta inglese di stanza a Catania e presso cui Carlo Gemmellaro prestava servizio come medico. L'edificio, insieme con l'Osservatorio Astrofisico, dotato anche di un rifrattore Merz con montatura equatoriale del Cavignato di Padova, avrebbe compreso una stazione meteorologica ed alcuni locali assegnati all'Università. In città, inoltre, nel 1885, a causa delle proibitive condizioni meteorologiche invernali sull'Etna e dopo che il Comune cedette parecchi locali dell'ex convento dei Benedettini, venne costruita, per inziativa di Tacchini, una succursale che avrebbe ospitato alcuni strumenti meteorologici ed un'altra montatura equatoriale Cavignato, così da potervi continuare le osservazioni durante l'inverno, con lo stesso obiettivo del telescopio dell'Etna. I buoni risultati indussero Pietro Tacchini a proporre, nel 1886, l'Osservatorio di Catania per la realizzazione della "Carta Fotografica del Cielo", iniziativa promossa dall'Accademia di Francia e alla quale presero parte 18 stazioni nel mondo: Algeri, Parigi, Oxford, Tolosa, Bordeaux, Greenwich, Helsingfors, Potsdam, San Fernando, Tacubaya, Santiago, La Plata, Rio de Janeiro, Cape Town, Melbourne, Sidney, la Specola Vaticana e Catania. Ognuno di questi Osservatori ebbe il gravoso compito di fotografare la volta celeste, relativamente alla parte loro assegnata, per costruire il catalogo delle stelle fino alla 11^ magnitudine circa, e la carta celeste fino alle stelle di 15^ magnitudine. Intanto la sede cittadina dell'Osservatorio si era ampliata per un'area di oltre 4000 mq, adiacenti all'ex convento dei Benedettini, donati dal Municipio ed usati per accogliere un astrografo fabbricato dallo Steinheil di Monaco ed una montatura equatoriale con cannocchiale, fabbricati dalla Salmoiraghi di Milano. L'Osservatorio Vincenzo Bellini così, per una maggiore difficoltà nei collegamenti dovuti alla sua posizione, per una scarsezza di fondi che non permetteva la stessa strumentazione presente in succursale, divenne esso stesso succursale della sede di città. Fu questa la situazione trovata nel 1890 da Annibale Riccò, astronomo aggiunto dell'Osservatorio di Palermo e negli ultimi due anni anche direttore incaricato, quando venne chiamato a Catania per ricoprire la cattedra di Astrofisica dove, nello stesso anno, venne nominato anche direttore dell'Osservatorio Geodinamico, annesso a quello di Astrofisica. L'attività svolta da Riccò fino alla sua morte, avvenuta per malaria nel 1919, fu veramente notevole. Astronomo, Geofisico e Meteorologo si occupò di migliorare i collegamenti tra Catania e la sede sull'Etna facendo installare il telefono ed un collegamento telegrafico diretto tra la sede di città e l'Ufficio Centrale Telegrafico di Catania, servendosi di questo per comunicare con trenta stazioni sismiche che dipendevano dall'Osservatorio Geodinamico; diede inizio a Catania alla sorveglianza solare in stretta collaborazione con l'astrofisico americano George Ellery Hale - fondatore degli osservatorii di Yerkes, Monte Wilson e Monte Palomar - con osservazioni quotidiane di macchie e protuberanze per le quali ordinò, con l'aiuto della fondazione Hale, l'acquisto dello Spettreliografo Toepfer; avviò il lavoro di raccolta e di misura delle lastre fotografiche per il Catalogo Stellare della zona di Catania della Carta del Cielo, affidando la direzione dei calcoli ad Azeglio Bemporad; acquistò uno spettroscopio Zeiss a visione diretta che dal 1922 venne, poi, usato anche per l'osservazione sistematica della cromosfera; curò la stampa delle Memorie della Società degli Spettroscopisti Italiani, società fondata nel 1871 da Pietro Tacchini, Angelo Secchi e Lorenzo Respighi. Alla sua morte seguì la separazione degli Osservatori Meteorologico e Geodinamico da quello Astrofisico, la direzione del quale venne affidata a Vittorio Balbi fino al 1924 che nel breve periodo del luglio 1922 fu sostituito da Bortolo Viaro, morto subito dopo per malaria. In seguito al decreto del Ministero della Pubblica Istruzione del 31 dicembre 1923 i regi osservatori passarono alle dirette dipendenze del Ministero stesso e così fu anche per l'Osservatorio Astrofisico di Catania, ma non per la sede etnea che, sempre più abbandonata dagli astronomi, restò all'Università dalla quale, nel 1925, fu assegnata a Vulcanologia. Dal 1924 l'Osservatorio Astrofisico fu diretto da Giuseppe Favaro fino a quando, nel 1933, assunta la direzione dell'Osservatorio di Trieste, venne sostituito da Azeglio Bemporad. Questi, di origine semita, rimase in carica fino al 1938, quando venne allontanato a causa delle leggi razziali e l'incarico tornò nuovamente a Favaro che, pur mantenendo la direzione di Trieste, venne allora nuovamente incaricato della direzione dell'Osservatorio di Catania per la continuazione del Catalogo Astrofotografico coinvolgendo pertanto nella direzione Luigi Taffara. Dalla fine del 1943 Bemporad venne reintegrato nel suo vecchio ufficio dove esercitò le sue funzioni fino al 1945, anno della sua morte E' importante ricordare che nel 1942 l'Osservatorio Astrofisico completò il lavoro per il Catalogo Astrofotografico che tante energie e tante intelligenze aveva coinvolto nell'arco di un cinquantennio, pubblicando un Catalogo completo immediatamente utilizzabile: soltanto l'Osservatorio di Helsingfors fece altrettanto. Questo lavoro però seppure immenso e di grande merito condizionò parecchio lo sviluppo di nuove attività di ricerca potendo usufruire di risorse umane ed economiche alquanto limitate. Dopo la morte di Azeglio Bemporad la direzione dell'Osservatorio venne affidata dal 1945 al 1954 ad Eugenio De Caro al quale seguì fino al 1967 Mario Girolamo Fracastoro. Soltanto per il mese di luglio del 1954 la direzione venne assunta da Piero Tempesti. Eugenio De Caro si occupò del riassetto strumentale e del riordinamento amministrativo dell'Osservatorio, malgrado la cronica mancanza del personale scientifico. Si occupò inoltre dell'esistenza dell'Osservatorio stesso ottenendo la modifica dei progetti iniziali dei nuovi fabbricati dei padiglioni ospedalieri, che per la loro altezza lo avrebbero reso inattivo, ottenendo dall'Ospedale come risarcimento, per i danni già arrecati dalle opere murarie messe in atto, migliorie per i locali dell'istituto scientifico. Già con De Caro ma ancor più con Fracastoro l'Osservatorio rinacque a nuova vita scientifica con interventi ed iniziative in varie direzioni. Fu completato il trasferimento dell'Osservatorio dedicato ad Annibale Riccò nella nuova sede della cittadella universitaria sulla collinetta di S. Sofia; fu creata la Stazione Stellare di Serra la Nave, a m.1725 sul livello del mare, inaugurata il 28 giugno 1966 ed onorata da un convegno della Società Astronomica Italiana; fu ripristinato l'insegnamento di Astronomia e attivato il corso di Geodesia; si ricostituì l'Istituto di Astronomia con sede presso l'Osservatorio Astrofisico; fu riattivato il corso di Fisica dello spazio; furono acquistati nuovi e migliori strumenti. Nel 1966 Fracastoro lasciò Catania per assumere la cattedra di Astronomia nell'Università di Torino rifiutandosi di tornare a Catania fino al 1983 quando a causa di un'eruzione, e temendo la distruzione della stazione osservativa che considerava il suo fiore all'occhiello, tornò per un sopralluogo malgrado il suo già avanzato cattivo stato di salute. Con le successive direzioni del prof. Salvatore Cristaldi, prima, e del prof. Giovanni Godoli, dopo, si potenziarono e consolidarono tutta le opere avviate sotto la direzione di Fracastoro.
Bibliografia
S. CRISTALDI - A. MANGANO, The Astrophysical Observatory and the University Institute of Astronomy in Catania, in Memorie Società Astronomica Italiana, vol. 66-4,1995
C. BLANCO, L'Accademia degli astronomi, in L'Accademia Gioenia, 180 anni di cultura scientifica (1824-2004), 2004
G. FODERA' SERIO - D. RANDAZZO, Astronomi Italiani dall'Unità d'Italia ai nostri giorni: un primo elenco, Società Astronomica Italiana, 1997
S. CRISTALDI, L'Osservatorio Astrofisico di Catania. Dalla sua fondazione ad oggi, in "Coelum", vol. 50 n. 5-6,1982