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"In Italia non v'ha abbastanza desiderio di arricchirsi per mezzo del lavoro e del risparmio. Regna una inattività generale non solo nel campo economico, ma eziandio nello scientifico, nel letterario, nel politico. Questo quietismo è la morte di una nazione" così Quintino Sella il 30 marzo 1868 descrive la situazione politica, sociale ed economica dell'Italia all'indomani dell'Unità.

Una situazione che proverà a cambiare in tutti i modi, soprattutto dopo l'ingresso di Roma nel Regno d'Italia e la sua assunzione a capitale. Proprio l'uomo che i libri di storia tramandano come il responsabile della "la tassa sul macinato", l'uomo del pareggio di bilancio, è stato quello che maggiormente si impegna per una ripresa culturale e civile della Nazione. È lui che riprende, rilancia e cerca di concretizzare l'idea risorgimentale di una "terza Roma", dopo quella dei cesari e quella dei papi, un progetto "cosmopolitico per Roma: quello della scienza", così scrive a Mommsen nel 1871. Questo progetto si articola in diverse tappe: il rinnovamento del corpo accademico dell'Università di Roma, il rilancio dell'Accademia dei Lincei, la costruzione di un museo della scienza e la costruzione della biblioteca nazionale.